Il trattamento degli escrementi umani

 In alcuni Paesi del mondo l'incremento della popolazione, la concentrazione in centri abitati relativamente grandi e la grave carenza o inefficienza di infrastrutture igieniche pongono importanti problemi, tra i quali quello della gestione e/o trasformazione dei rifiuti organici, in particolare quelli che il corpo umano produce naturalmente. Alcune interessanti soluzioni arrivano da ricercatori e imprenditori dell'Africa subsahariana: dall'uso dagli acidi grassi degli escrementi per realizzare bioplastica alle larve che si nutrono delle feci e da cui si ricava poi un olio industriale, fino alle vecchie discariche a cielo aperto adibite a coltivazioni e all'acquacoltura. Per i  numeri e le storie di alcune di queste (disgustose) imprese visita il sito[7]

 

il ragazzo che ha trasformato la cacca dei suoi amici in energia pulita

Leroy Mwasaru,  ha  avuto un’idea geniale per risolvere i mal funzionamenti delle fognature e il conseguente odore fetido nelle zone circostanti, insieme all'uso della sola legna per cucinare, problema che rappresentava, un grave rischio per la salute di studenti e cuochi. L'idea rivoluzionaria di Leroy è stata quella di sfruttare i bisogni solidi degli allievi , lo sterco delle mucche e i rifiuti organici che provenivano dalla cucina per fare qualcosa di utile, creare energia pulita e risolvere così entrambi i problemi della struttura.[9]


Il riciclo delle feci umane

Le tecnologie per il riciclo delle feci umane risolvono un problema igienico, possono essere fonte di energia e di fertilizzanti per una agricoltura più sostenibile e un minore impatto ambientale.

 

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, 2,3 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a servizi igienici minimi, e 892 milioni di persone sono costrette a defecare all’aria aperta, con tutti i rischi che questa pratica comporta come trasmissione di colera e diarrea.

 

É probabile che proprio nel 2030 ci siano ben 5 miliardi di persone a cui mancheranno i servizi sanitari di base. Non basta quindi sensibilizzare, occorre agire, e in fretta. 

 

Secondo un rapporto del 2015 della United Nations University, se tutte le feci umane prodotte annualmente fossero convertite in biogas fornirebbero elettricità a oltre 138 milioni di famiglie. Una volta esauste, potrebbero addirittura essere nuovamente essiccate a formare combustibile simile al carbone vegetale, utilizzabile da altre migliaia di persone.[12]