La popolazione va di corpo in pubblico, così la Nigeria attenta al primato mondiale dell’India
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) stima in 47 milioni, i nigeriani che liberano disinvoltamente le proprie viscere in pubblico, nel momento in cui tale bisogno si manifesta. Vale a dire che un quarto dell’intera popolazione del Paese sparge le proprie feci ovunque: nei cortili degli edifici residenziali, nelle stazioni di servizio, nei parcheggi auto, nei terminali degli aeroporti, lungo i percorsi pedonali, ai margini delle strade di grande comunicazione, nei parchi pubblici, nei corsi d’acqua, all’interno dei luoghi di culto, negli stadi, nelle vie cittadine e in ogni altro luogo in cui si trovino. Calcutta esordisce: “In India la defecazione in compagnia è un’occasione per socializzare” Queste pratiche, che potrebbero solo suscitare battutine ironiche venate di un po’ di disgusto, sono invece una vera e propria calamità per i Paesi che ne sono affitti.
La Nigeria spende l’incredibile somma di oltre un miliardo di euro ogni anno per affrontare i problemi sanitari derivanti dalle infezioni contratte a seguito dell’inquinamento che l’abbondanza di feci umane causa nell’ambiente e malgrado questo costo spropositato, che grava sul bilancio nazionale, l’Unicef denuncia che oltre 122 mila persone, di cui 87 mila bambini, muoiono ogni anno proprio a causa delle carenze igienico-sanitarie che il paese non riesce a sconfiggere.4